Il nuovo nasce dalla varietà

4 maggio 2021 – Ai giorni nostri, il rasoio di Occam viene sovente citato per significare la necessità di eliminare il superfluo e trovare soluzioni semplici. In effetti, questa regola di massima si dimostra valida in molti situazioni, dalla scienza al marketing. Ma attenzione a farne un uso parsimonioso e a non eccedere nella semplificazione delle argomentazioni.

Dr. Barbara Fontanellaz
SUFFP/Ben Zurbriggen

Per cogliere la complessità del mondo, le spiegazioni non hanno da essere solo il più semplici possibile, ma anche sufficientemente differenziate. Quasi 700 anni fa, Guglielmo di Ockham contribuiva a inaugurare l'età moderna con idee chiare e a rendere giustizia alla sua crescente complessità. Poco prima dello scoppio di un'altra pandemia, la Grande Peste del 1348, il monaco francescano si poneva infatti interrogativi attorno alla conoscenza e al modo di acquisirla. Domande non nuove. Ma Ockham, con il suo "rasoio" (lui stesso non lo definì mai così), trovò nuove risposte: dapprima evidenziando l’importanza di fare affermazioni sul mondo basate sull'evidenza e, più tardi, affermando che l'autorità statale non era data da Dio ma si legittimava attraverso un impegno per il bene comune. 

Ancora più radicalmente, affermò l’esistenza di una varietà aperta di mondi, il che suona quasi come un'anticipazione delle scoperte odierne della fisica quantistica. Difese l'individualità e l'unicità di tutte le cose, quindi anche degli esseri umani. Con questi ragionamenti, Ockham contribuì non solo alla cosiddetta "crisi del XIV secolo" e alla messa in discussione della visione medievale del mondo, ma anche allo sviluppo dei moderni metodi scientifici e degli approcci sociologici e filosofici. 

Il suo era un modo di ragionare aperto di cui abbiamo bisogno anche oggi. Infatti, sviluppi quali la digitalizzazione e la globalizzazione e non da ultimo la pandemia comportano un cambiamento di rotta e uno sconvolgimento della nostra visione del mondo, di cui oggi sono a malapena intuibili le conseguenze. Conseguenze che, per essere affrontate, hanno bisogno di idee e di spazi, come quello educativo e quello della ricerca, nei quali possano crescere e svilupparsi verso qualcosa di nuovo grazie a molteplici interconnessioni. 

In questi spazi, persone come Guglielmo di Ockham lavorano attorno a grandi idee, come pure ad una miriade di idee più minute. Come raggiungere, anche nella formazione professionale, l'apertura, la volontà e la capacità di lavorare su cose nuove? Con voi vorremmo discutere possibili approcci alla nostra prossima conferenza "NewSkills"

Dr. Barbara Fontanellaz 
Direttrice IUFFP