Progetto

Studio sul valore delle formazioni nel mercato del lavoro svizzero

Lo studio valuta diverse formazioni in vista di un futuro successo sul mercato del lavoro, riallacciandosi a studi precedenti su questo argomento. L’analisi è volta a stabilire come e perché il valore delle formazioni si è sviluppato nel tempo.

Adobe Stock / Daniel Ernst

In una prima fase, lo studio ha riassunto i dati ricavati finora sul valore delle formazioni formali nel mercato del lavoro tenendo conto della letteratura scientifica rilevante nel contesto svizzero.

In una seconda fase, sono stati confrontati i diversi risultati del mercato del lavoro in base ai titoli di formazione, prendendo in esame le seguenti variabili fondamentali:

  • integrazione reddituale e grado di occupazione;
  • assenza di reddito e disoccupazione;
  • salario orario e reddito dal lavoro;
  • condizioni e qualità del lavoro;
  • occupazione adeguata alla formazione.

Le questioni centrali in questo contesto sono state rappresentate da quanto strettamente e in quale misura i titoli di formazione superiore di diversi livelli sono associati a migliori risultati sul mercato del lavoro e da come questi legami si sono sviluppati negli ultimi 20 anni. A questo proposito sono state considerate anche le seguenti questioni: come si è sviluppata la situazione delle professioni altamente qualificate e quella delle professioni di basso livello? Sul versante dell’offerta, quale ruolo svolgono, nel valore delle singole formazioni, lo sviluppo demografico, l’immigrazione, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l’espansione della formazione?

La terza parte si è concentra sulle ripercussioni della formazione professionale sul mercato del lavoro. In particolare, come si è evoluto il valore dei tirocini? Vi sono differenze fra i criteri socio-demografici (per esempio fra donne e uomini)? Sulla base della letteratura esistente, i programmi di formazione professionale più comuni sono stati analizzati secondo le variabili fondamentali menzionate al punto 3.2 (p. es. formazioni come impiegata-o di commercio, impiegata-o del commercio al dettaglio, operatore-trice sociosanitario-a, informatica-o). Quali carriere si possono realizzare oggigiorno con un tirocinio come titolo di formazione massimo? Cosa è cambiato in questo senso negli ultimi 20 anni? Quale ruolo rivestono la formazione professionale superiore e le scuole universitarie professionali nel mercato del lavoro e nel successo sul mercato del lavoro? Vi sono differenze fra le professioni? Quali titoli di formazione sono particolarmente richiesti sul mercato del lavoro e quali conclusioni si possono trarre in merito alla domanda di competenze diverse, eventualmente anche nuove?

Metodo
  • Metodi statistici descrittivi
  • Modelli a regressione lineare
  • Regressioni quantilitiche
Risultati

Nel presente rapporto (in tecesco) è discritto in che misura si differenziano sul mercato del lavoro svizzero le opportunità e i rischi individuali per le persone con percorsi o titoli di formazione diversi – e come sono mutate tali differenze nell’arco degli ultimi 20–25 anni. In una prima fase tracciamo, sulla base di diverse fonti di dati, i cambiamenti subentrati nella struttura formativa durante questo periodo. In questo contesto si rilevano cambiamenti evidenti. È in particolare sensibilmente aumentata la percentuale di persone titolari di un diploma di livello terziario. Dietro questo sviluppo si celano tra gli altri una tendenza generale verso una maggiore qualificazione, uno spostamento verso qualifiche più elevate tra gli immigrati e una crescente partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Nella parte principale dello studio è descritta la situazione occupazionale e salariale delle persone con formazioni differenti. Tale descrizione viene poi completata con la valutazione soggettiva della situazione lavorativa da parte delle persone esercitanti un’attività lucrativa. Inizialmente descriviamo l’integrazione nel mercato del lavoro di persone con percorsi formativi differenti. In questo riscontriamo notevoli differenze tra i vari gruppi di formazione mentre sull’arco degli anni si rilevano viceversa solo pochi cambiamenti degni di nota. Anche in relazione alla media salariale nei singoli gruppi di formazione si osserva un quadro analogo. Riscontriamo differenze molto marcate nel salario mediano delle persone con livello di formazione differente e al tempo stesso rileviamo anche che queste differenze salariali si
mantengono sorprendentemente stabili nell’arco degli anni. Questo non vale però soltanto per il salario mediano, infatti notiamo una situazione praticamente analoga anche per quanto riguarda i salari bassi e i salari alti nei diversi gruppi di formazione. Dal confronto con la distribuzione aggregata dei salari emerge inoltre che l’aumento del salario base aggregato è essenzialmente riconducibile all’aumento della percentuale di persone titolari di un diploma superiore che percepiscono di riflesso salari maggiori. In una fase successiva documentiamo altresì una sensibile sovrapposizione delle distribuzioni dei salari rapportate ai differenti percorsi formativi dovuta anche alle grandi e persistenti differenze salariali tra i vari rami di attività. 

Nel complesso non si rileva praticamente alcun indizio in merito a una possibile svalutazione dei titoli di formazione professionale nel periodo considerato. Osservando l’evoluzione relativa dei salari, la crescente percentuale di persone esercitanti un’attività lucrativa con titoli superiori ha indotto un’apparente svalutazione di tutti i titoli di formazione. Come mostra lo studio, questo non è dovuto a svalutazioni assolute delle formazioni, ma a spostamenti relativi nella struttura delle qualifiche della popolazione attiva. Infine emerge che le opportunità occupazionali e sala-riali associate a un titolo di formazione influiscono solo fino a un certo punto sulla soddisfazione soggettiva delle persone in riferimento alla loro situazione lavorativa. Questo suggerisce che gli indicatori oggettivi legati al mercato del lavoro, come il rischio di disoccupazione o il salario base non consentono di tracciare una valutazione completa del valore individuale dei titoli di formazione.